Una “patrimoniale dal basso”... (Gad Lerner)

13-04-2021 - Notizie

Una “patrimoniale dal basso” nel nome di Papa Francesco

di Gad Lerner | 13 Aprile 2021

I due portavoce di Nessuno si salva da solo con cui mi confronto via Zoom sono perfettamente assortiti: lei, Daniela Bonanni, maestra in pensione, una vita di militanza a sinistra e nella Cgil scuola; lui, Paolo Montagnana, docente di Fisica sperimentale all’Università di Pavia, per sei anni presidente diocesano dell’Azione cattolica. Si presentano entrambi ben attrezzati nel parare le mie obiezioni. Ma come? In questo benedetto Paese resta tabù ipotizzare anche solo un minimo prelievo sui grandi patrimoni e voialtri andate a inventarvi la patrimoniale dei poveri?

“Se permette, noi preferiamo chiamarla ‘patrimoniale fai da te’. A Pavia la pratichiamo da fine marzo dell’anno scorso, riuniti da una parola d’ordine che, laici e cattolici, abbiamo preso in prestito da Papa Francesco: ‘Nessuno si salva da solo’. La verità è che non siamo ricchi ma non siamo neanche poveri. Riceviamo tutti i mesi uno stipendio o una pensione. Dal punto di vista strettamente economico, la pandemia Covid non ci ha penalizzati. Mentre ciascuno di noi conosce persone precipitate nell’indigenza. Come potremmo far finta di niente?”.

Insisto. Non sarebbe più giusto cominciare dall’alto, col prelievo sui grandi patrimoni?

“Certo che sarebbe giusto. Ci spiace che la politica non osi impegnarsi in tal senso. Ma qualcuno deve pur dare il buon esempio, e allora si può anche cominciare dal basso, non crede? Lo sappiamo che lo stipendio non è un privilegio e che paghiamo già le tasse fino all’ultimo euro. Mai come di questi tempi ci siamo resi conto che la sanità, i trasporti, la scuola sono servizi pubblici preziosi, finanziati dalla fiscalità generale. Ma il Covid ha fatto esplodere disparità fra chi è garantito e chi no tali da imporre uno sforzo supplementare se vogliamo aspirare alla costruzione di una comunità solidale”.

E così “Nessuno si salva da solo”, con il sostegno di una rete di associazioni trasversale che va da Libera al Rotary club, ha deciso di ripercorrere l’antica via delle società di mutuo soccorso, come agli albori del movimento operaio. Il meccanismo è presto detto: autotassazione volontaria. La cifra proposta è una trattenuta mensile del 5% da versare in una cassa comune, coinvolgendo chi può permetterselo e, naturalmente, accettando anche contributi inferiori.

Finora hanno radunato 170 donatori, di cui 90 continuativi e 80 occasionali. Fra questi ultimi, anche i consiglieri comunali di Pavia che hanno corrisposto un gettone di presenza una tantum. La somma raccolta a oggi è di 137 mila euro. A esaminare le richieste d’aiuto pervenute è una commissione che opera nella massima riservatezza e stanzia contributi che vanno da un minimo di 500 euro a un massimo di 3.000. La distribuzione dei fondi viene gestita dalla Caritas.

Si sono trovati anche una testimonial: l’ex direttrice del dipartimento di biologia dell’ateneo pavese, Alessandra Albertini. Quando andò in pensione, decise di rinunciare alla sua liquidazione di 250 mila euro, specificando che non dovevano entrare nel bilancio della facoltà, ma essere destinati invece ai ricercatori precari che lavorano spesso per 800 euro al mese.

Provo a mettere in contraddizione con se stessa la maestra in pensione Daniela Bonanni, conosciuta a Pavia come una vera “agitatrice culturale”, impegnata nell’associazionismo, dalla musica ai diritti civili. Penserà mica che il suo sindacato, la Cgil, di questi tempi possa permettersi di proporre una trattenuta di solidarietà sulle buste paga dei lavoratori…

“Non chiedo questo. Ma giro in bicicletta per la nostra piccola, bellissima città in cui si conoscono tutti. Incontro persone che fino a un anno fa neanche si sognavano di dover chiedere aiuto. Piccole imprese. Negozi a gestione familiare. Locali che impiegavano gli stranieri. Attività ricreative per i ragazzi. Io percepisco 1.770 euro di pensione e ho una casa di proprietà. Non mi comporta nessun tipo di problema aiutare gli altri. E come me ce ne sono molti. Perché non dovremmo organizzarci per farlo insieme, ciascuno secondo le sue possibilità? Alla rabbia e alla disperazione si risponde con la solidarietà ”.

Il fisico Paolo Montagna, a sua volta, confida ciò che molti sanno e pochi dicono: “Dacché siamo in lockdown, non solo continuo a percepire il reddito di prima, ma sono costretto a risparmiare. Niente cinema, niente pizzeria il sabato sera, niente viaggi. E guarda caso le nostre minori spese corrispondono alle perdite sofferte dai nostri vicini di casa”.

Chissà in quanti avranno il coraggio di seguire il loro esempio.