La Cei e il Sinodo della Chiesa

14-05-2021 - Notizie

La Cei diluisce il Sinodo della Chiesa italiana in un “cammino sinodale”. E rimanda ogni decisione

Luca Kocci 30 aprile 2021
Tratto da: Adista Notizie n° 17 del 08/05/2021

40644 ROMA-ADISTA. Se ne parla ma, perlomeno fino ad ora, non è stato ancora mosso un passo concreto verso il Sinodo della Chiesa italiana, chiesto da anni con insistenza da papa Francesco, senza però riscontrare un grande successo fra i vescovi. Un nuovo annuncio è stato fatto dal card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, nel messaggio di saluto inviato per la XVII Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica (AC) italiana, lo scorso 25 aprile. «La vostra storica presenza nell’Italia oggi si ammanta di significati nuovi e che spero saranno sempre più fecondi anche nel prossimo futuro – ha detto il cardinale rivolgendosi ai delegati di AC.

Un futuro che si annuncia ricco di aspettative e di strade nuove da percorrere. Ne indico solo due: il prossimo incontro sul Mediterraneo che si svolgerà nella primavera del 2022 e l’inizio di un cammino sinodale che rappresenta un’autentica novità per la nostra Chiesa e il nostro Paese». E a proposito del Sinodo, ha precisato: «Io confido molto nel vostro impegno e soprattutto sulla vostra partecipazione. Abbiamo bisogno, infatti, di ascoltare e di comprendere tutte le voci della comunità ecclesiale a partire da quelle, come l’AC, che hanno più storia alle spalle. La tradizione e l’esperienza, come ben sapete, hanno un significato profondo. E voi, che siete la più grande associazione di laici cattolici italiani, sono sicuro che saprete rispondere a questa sfida con grande senso di responsabilità, comunione e serietà».

Le parole di Bassetti all’AC arrivano dopo quelle pronunciate dallo stesso presidente della Cei in un’intervista a Vatican News, a fine febbraio, all’uscita da un incontro in Vaticano con papa Francesco a cui sarebbe stata presentata una bozza per avviare il percorso sinodale (v. Adista Notizie n. 10/21). «Bisogna tenere conto purtroppo della situazione in cui viviamo e questa pandemia che ha messo davvero in ginocchio le comunità cristiane sia a livello di diocesi che di parrocchie», aveva detto allora Bassetti, indicando poi gli elementi centrali – in verità piuttosto vaghi – del futuro Sinodo: «Il primo è rifarsi all’Evangelii gaudium, laddove il papa parla di una conversione pastorale… Poi il papa parla di fraternità solidale, che naturalmente si esprima nei fatti. Questa fraternità, questa prossimità, che devono vivere i cristiani. E naturalmente tutto questo comporta un’accentuata formazione ecclesiale. Questo mi sembra che sia il terreno su cui si debba muovere, le aree principali di questo impegno sinodale». 

E seguono i cenni contenuti nel comunicato finale del Consiglio episcopale permanente del 22-24 marzo nel quale si parla però di «metodo» e di «stile» sinodale, più che di un vero e proprio Sinodo. Il cammino sinodale, si leggeva nel comunicato del Consiglio episcopale, «non si configura come un percorso precostituito, ma come un prosi cesso, scandito dal ritmo della comunione, da slanci e ripartenze. Se la grande sfida è la conversione missionaria della pastorale e delle comunità, ciò che serve è un metodo sinodale che aiuti a mettere a fuoco il mutamento in corso, a intercettare le istanze delle diverse componenti del Popolo di Dio, a valorizzare le peculiarità pastorali delle Regioni ecclesiastiche e delle Diocesi, delle parrocchie e delle realtà ecclesiali tenendo in considerazione la storia, la ricchezza e i bisogni dei rispettivi contesti ». 

Per cui «più che un contenuto, il cammino sinodale deve configurarsi come uno stile capace di trasformare il volto della Chiesa che è in Italia» (v. Adista Notizie n. 13/21). L’impressione pertanto, confermata anche dalle parole rivolte all’Azione cattolica, è che il cammino segni il passo, considerando che la prima richiesta del papa risale al 2015 (durante il Convegno ecclesiale di Firenze); e la seconda, ancora più esplicita, allo scorso 30 gennaio, incontrando i catechisti in Vaticano («la Chiesa italiana deve incominciare un processo di Sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi», aveva detto il papa lo scorso 30 gennaio, incontrando i catechisti: v. Adista Notizie n. 6/21). 

E soprattutto che, quando sarà – se sarà – non si tratterà di un vero e proprio Sinodo, ma di un più generico «cammino sinodale», o addirittura di uno «stile sinodale», che sono poi le espressioni utilizzate da Bassetti e dalla Cei. Fra qualche settimana, comunque, se ne dovrebbe capire di più. La «questione del cammino sinodale, delle sue modalità di attuazione e dei tempi di realizzazione» verrà infatti discussa nella prossima Assemblea generale della Cei che si svolgerà il prossimo 24-27 maggio