Chiesa. I clericali di destra, il Sinodo...

25-05-2021 - Notizie

Chiesa. I clericali di destra, il Sinodo e la lezione di due quarantenni, un vescovo e un teologo

di Fabrizio D’Esposito | 24 Maggio 2021

 

Pur rifuggendo dal manicheismo ideologico è difficile non contrapporre, anche per un credente, l’immagine di sabato del popolo sovranista pro vita a Roma, ai Fori Imperiali, e quella dei vescovi italiani che apriranno oggi nella Capitale la loro 74esima assemblea generale in preparazione dell’atteso Sinodo .

Da una parte quindi, sabato, una battagliera minoranza clericale di destra, omofoba e anti-migranti, che ha i suoi riferimenti politici in Trump, Salvini, Meloni e che nei suoi interventi non cita mai il Vangelo, l’amore e la misericordia. Dall’altra invece la Chiesa italiana che, seppur a fatica (se non altro per i tempi che ci sono voluti per il Sinodo: Bergoglio ne parlò la prima volta sei anni fa, nel 2015), tenta di seguire l’impronta francescana di questo pontificato: il ritorno all’essenziale, la centralità delle periferie esistenziali, la chiamata alla fraternità verso i migranti, per citare l’intervista ai direttori dei media cattolici (Avvenire, Sir e TV2000) di monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei.

Se non fosse per lo Spirito Santo che sempre sorprende con le sue grazie (ieri era Pentecoste), ci sarebbe da essere pessimisti sul futuro della Chiesa, non solo italiana, visto che questo papa venuto dalla fine del mondo si trova stretto tra due minacce scismatiche. Una da destra, appunto. La seconda da sinistra, diciamo così, e proveniente dal progressismo dei cattolici tedeschi. A infondere un po’ di speranza, ci sono però due rappresentanti di una nuova generazione di preti quarantenni, un vescovo e un domenicano esperto di Islam. Il primo è padre Christian Carlassare, il missionario comboniano veneto ferito in un agguato alla fine di aprile in Sud Sudan. Ieri si sarebbe dovuta celebrare la sua consacrazione a vescovo di Rumbek, ad appena 43 anni, ma il missionario è ancora ricoverato in ospedale a Nairobi.

In una lunga intervista a Nigrizia, l’autorevole rivista comboniana, padre Christian oltre a ripercorrere le tappe della sua vocazione e l’arrivo in Africa, parlando di povertà, accoglienza, eguaglianza ed economia solidale, già va oltre il Sinodo, quello universale, che si chiuderà nell’ottobre del 2023: “Dobbiamo avere una visione nuova di Chiesa, creativa, vivace, vicina alla gente. Fondamentalmente c’è bisogno di un Concilio Vaticano III su tanti aspetti legati ai sacramenti, alle strutture, per arrivare al cuore del messaggio cristiano come indica papa Francesco”. Le sue parole di apertura e rinnovamento, non come quelle cupe di chiusura della destra clericale, hanno

 

un’assonanza con il fulminante saggio di Adrien Candiard intitolato Fanatismo. Quando la religione è senza Dio (Emi, 78 pagine, 10 euro).

Ex socialista dello staff di Strauss-Kahn, il francesce Candiard, 38 anni, oggi è un domenicano esperto di Islam che vive al Cairo. In generale il fanatismo non solo è assenza di Dio ma finisce per idolatrare dogmi e comandamenti, liturgia e Bibbia, finanche la religione stessa: tutti elementi “che non sono Dio perché solo Dio è Dio”. Entrambi, infine, il vescovo e il teologo ritengono cruciale accogliere il reale così com’è. Anche perché “l’idolo crea un mondo chiuso”: in questo caso tra fanatici islamici, cattolici ed ebraici non c’è tanta differenza.