XXXII DOMENICA ANNO B

07-11-2021 - Preghiere poesie

XXXII DOMENICA  ANNO B  con preghiera dei piccoli

 

Marco 12, 38-44

«Diceva loro nel suo insegnamento: “Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa”.

41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: “In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”».

 

La prima domenica di novembre 2021 “cade” tra il G20 che si è tenuto a Roma nello scorso week end e la conferenza Onu sul clima Cop 26 in corso a Glasgow. Due eventi straordinari che sul piano delle dichiarazioni di principio e di alcune scelte importanti si stanno rivelando non solo strategiche e utile, ma anche, vista l’urgenza climatica che stiamo attraversando, quasi un salvacondotto per il prossimo futuro.

Fissando sugli schermi dei nostri televisori questi grandi summit (tanto nei momenti più solenni come in quelli più informali) mi sono più volte domandato: chissà cosa avrebbe notato Gesù con il suo sguardo acuto e capace di oltrepassare la superficie dei fatti.

Perché è questo ciò che ci comunica oggi il Vangelo di Marco: con il Suo sguardo, Gesù non coglie e non fissa chi fa di tutto per essere visto, ammirato e lodato. Gesù prende le distanze dalle fragili ambizioni di chi insegue “i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti”. Lui, Maestro e profondo conoscitore di umanità, scorge – anche tra la folla – una povera vedova che getta nel tesoro del Tempio tutto ciò che aveva per vivere.

Il che significa, seguendo lo stile narrativo di san Marco, che – da una parte – Gesù scruta i cuori e ci “legge” dentro perché è davvero la presenza di Dio in mezzo a noi (solo Dio conosce i nostri cuori e “vede” anche le nostre intenzioni). Dall’altra – però – san Marco ci conferma che per quanto male vada il mondo e per quanto numerosi siano gli ambiziosi che inseguono il potere per fame e sete di prestigio, c’è e ci sarà sempre qualcuno che sa spingere la sua vita sul crinale del dono non solo di tutto ciò che ha, ma anche di se stesso. E sono e saranno sempre questi stili di vita a salvare il mondo.

Forse qualcuno, nella comunità a cui si rivolge san Marco, si lamentava e denunciava l’inutilità di tante riunioni, di tante dichiarazioni di principio, di tante preghiere alzate al cielo e forse intrise di “bla, bla bla” come direbbe Greta Tumberg, la ragazzina svedese che ha dettato l’agenda delle repliche ai leader del mondo. E a chi si ritrova a rischio di pessimismo e di rassegnazione, l’evangelista ricorda che il mondo non verrà mai salvato solo dai potenti, ma – prima di loro e con maggior forza e consistenza – dai tanti “piccoli” che in modo anonimo, costante, quotidiano e senza mai fare rumore danno tutto ciò che hanno e tutto ciò che sono per rendere più bello questo nostro povero ma affascinante mondo (pur sempre abitato anche dalla grazia a dalla bontà di Dio).

Secondo molti studiosi, con questo racconto posto pochi versetti prima della condanna a morte di Gesù, l’evangelista ci vuole presentare il testamento di Gesù. Il quale per parlare di quanto sta per accadergli si identifica con l’agire di una povera vedova (di cui non conosciamo il nome e che certamente non era al seguito del Rabbi di Nazaret) che consegna tutto quello che aveva. Proprio come sta per fare Gesù. Il lettore è avvisato. Gesù non fissa gli eventi della storia con lo sguardo pettegolo di chi vuole giudicare, fare confronti o – peggio ancora – condannare. Gesù guarda il nostro cuore per liberare le nostre intenzioni e per renderci – finalmente – capaci di dare tutto ciò che abbiamo, ma soprattutto tutto ciò che siamo.

Il mondo, la temperatura del pianeta, l’ambiente e le ingiustizie che costringono la maggioranza del globo a stare nella miseria, non verranno spazzate via solo dalle decisioni politiche. Ben vengano incontri e conferenze come quelli in cui siamo immersi. Positivo poi se alle dichiarazioni dei grandi seduti a questi tavoli seguono anche i fatti. Nessuno si illuda, però, che bastino questi “summit” per rendere migliore il “nostro” mondo. Come Gesù e camminando al suo seguito, anche noi dobbiamo capire – una volta per tutte – che “solo” nel coraggio di dare tutto ciò che si ha e tutto ciò che si è si entra nella vita vera che non ha più fine. La vedova lo ha capito: per scrollarsi di dosso l’ombra della morte che la insegue, la sola reazione possibile è data dal donare tutto se stessa ai più poveri. Un gran bel messaggio: positivo e carico di speranza. Buona domenica a tutti e a ciascuno.

  

 

 

                                                                 Preghiera dei piccoli                                          

 

Caro Gesù,

         voglio chiedere a mio papà – che è un ottico – se esistono degli occhiali che aiutano non solo gli occhi, ma anche il cuore a vedere ciò che è invisibile alla vista.

Anche perché le cose che mi piacciono e che voglio comperare o farmi regalare le vedo sempre.

Quando però dovrei vedere chi ha bisogno di me, chi sta male o che cosa posso donare per fare stare bene un altro, in quel caso a volte divento miope, altre volte distratto e alla fine non vedo chi bussa al mio cuore.

Gesù insegnami a guardare con gli occhi del cuore, con o senza occhiali.

Aiutami, Gesù, a diventare “grande” come quella povera vedova che solo Tu hai notato nel Tempio mentre donava tutto quello che aveva.

E grazie Gesù perché domenica dopo domenica cambi il mio modo di vedere e rendi bella la mia vita.