DOMENICA DI PASQUA 2022

19-04-2022 - Preghiere poesie

DOMENICA DI PASQUA  2022  con preghiera dei piccoli

 Giovanni  20, 1 - 9

1Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». 3Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, 7e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

 

“Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio.”. Il “buio” di cui parla l’evangelista non descrive solo la distanza del cielo dall’aurora, ma “fotografa” molto bene la fatica, la sofferenza e la disperazione interiore di chi si muove in un sepolcro: dove mancano fiducia nell’umanità, pace e capacità di sperare.

Non è lo stesso “buio” che viviamo oggi? Penso agli Ucraini che da quasi due mesi sono costretti a convivere con l’indifendibile aggressione della Russia di Putin; a quanti sono stati uccisi, deportati, torturati e violentati o alle donne e ai bambini costretti a fuggire dal loro Paese per salvare la vita fisica. Penso agli immigrati che scappano da guerre meno vicine a noi e che dopo le “obbligate” torture subite nei campi di concentramento libici attraversano un mare che per molti diventa un sepolcro di acqua e senza pietre. Penso a quanti, tra noi, piangono per la rottura di un progetto d’amore; per la malattia o la morte di un figlio; per una disoccupazione che non finisce… .

Quanto buio e quante pietre che parlano solo di morte sono presenti anche oggi: duemila anni dopo al stesura di questa pagina.

Ed è per questo abbiamo bisogno (come il Pane!) di Pasqua e di speranza. Abbiamo bisogno di notizie positive (Vangelo significa “buona Notizia”) che ci aiutino a ritrovare le ragioni della speranza e la forza della vita capace di “fermare” tanto la morte quanto il male.

Nel mattino di Pasqua il Padre ha squarciato il buio e ha vinto la morte perché ognuno di noi possa avvertire la carezza del Dio di Gesù sulla sua vita.

Ma dove, come o con quali “passi” scorgere luce tra le fatiche di questi mesi? San Giovanni sembra indicarci un metodo che vale la pena “fissare” nel core e nella memoria.

  1. Continuare a cercare e a sperare nonostante tutto. Maria di Magdala è affranta. Ma mentre gli uomini sono ripiegati su se stessi, lei non smette di inseguire speranza e – sola contro tutti – va al sepolcro. Dove la morte sembra aver vinto.
  2. In presenza di segni difficili da comprendere (“la pietra era stata tolta dal sepolcro”), cerca aiuto ed esce dalla solitudine. Si rivolge a Pietro e a Giovanni.
  3. Insieme capiscono che la sola luce che disperde le tenebre è la Parola di Gesù: il suo Vangelo (“Non avevano ancora compreso la Scrittura”). Non stare lontani dal Vangelo. Non smettere di ascoltare il Vangelo, di leggere e di meditare questa Parola, di “pregare insieme” perché questa Parola si impasti con la nostra vita e ci cambi il modo di pensare e di vivere.
  4. Guardare al positivo. Riprendere il tanto di buono operato da Gesù e – finalmente – lasciare che la vita venga avvolta dalla voglia di bontà e non dalle spinte al male. Quante volte ci lasciamo quasi annegare da notizie solo negative e da sguardi inclinati vero il “buio”. Il metodo di Giovanni ci spinge a orientare il nostro punto di vista verso l’umanità di Gesù spesa solo per portare cure, compassione, speranza e perdono.
  5. Ritrovare la gioia della comunione intrisa anche di perdono. Anche perché senza il perdono degli uni su gli altri, la festa di Pasqua non inizia e non si avvera.
  6. Convincerci che la presenza del Dio di Gesù è vicino a noi: là dove siamo e dove molte volte non vorremmo essere o stare.

Dopo due anni di faticosa pandemia e dopo lo shock di un violentissimo conflitto armato alle porte di casa abbiamo bisogno di Pasqua. Abbiamo bisogno che sepolcro e buio lascino posto alla bontà, alla salute, alla nonviolenza e al nostro profondo desiderio di Pace.

San Giovanni ci conferma che è possibile e che Gesù risorto si fa trovare in un giardino per chiamarci per nome e per ricordarci che il senso della nostra vita è abitare – insieme – la terra perché questa diventi quel giardino che, purtroppo, troppe volte trasformiamo in un sepolcro.

Buona Pasqua a tutti, a ciascuno e in modo speciale a chi ha l’impressione che il “buio” della sua vita non riesca a diradarsi.

                                                                                             

                                                          Preghiera dei piccoli

Caro Gesù,

                non è la prima volta che Simon Pietro è assieme ad un altro discepolo. Anche quando ti hanno arrestato erano in due: Pietro e l’altro discepolo (Gv. 18,15).

Adesso sono di nuovo loro due che, nel mattino di Pasqua, corrono verso il sepolcro. Pietro è più lento, ma l’altro discepolo si ferma e lo aspetta.

Gesù ti posso fare una domanda?

Considerato che chi scrive il Vangelo non ci ha detto come si chiama “l’altro discepolo”, posso mettere il mio nome quando leggo questi racconti?

Voglio diventare io quel discepolo. E sono sicuro che se imparo a fare, ad essere e a stare con Te come ha fatto quel discepolo senza nome, la mia vita sarà piena.

Abbiamo bisogno di Pace e di speranza.

Abbiamo bisogno che finisca l’aggressione dell’Ucraina; che gli immigrati trovino accoglienza là dove arrivano e che chi sta male guarisca.

Grazie, Gesù.