CORPUS DOMINI anno C

22-06-2022 - Preghiere poesie

CORPUS DOMINI anno C  con preghiera dei piccoli

Dal vangelo secondo Luca (Lc 9,11-17)

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a compare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Guido Tallone:

Nel quarto libro della Bibbia – conosciuto come il Libro dei Numeri – si racconta che il popolo di Israele, stanco e sfinito nella traversata del deserto finalizzata a raggiungere la terra promessa, “cominciò a lamentarsi aspramente agli orecchi del Signore” (Numeri 11, 1). Mosè – la guida del popolo d’Israele – è sfinito. E anche con lui alza verso il Dio di Israele parole di protesta e di rimprovero: “Perché hai fatto del male al tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, al punto di impormi il peso di tutto questo popolo? … Da dove prenderò la carne da dare a tutto questo popolo? Essi infatti si lamentano dietro a me, dicendo: «Dacci da mangiare carne!»” (Nm. 11, 11s).

San Luca conosce molto bene questo testo ed è su questa base narrativa che costruisce il suo racconto. E come Dio dona a Mosè settanta “anziani” incaricati di non farlo sentire solo nel difficile compito dello sfamare l’intero popolo d’Israele, così Gesù coinvolge i Dodici nel compito di dare da mangiare a tutta quella folla. Il tema è sempre lo stesso: c’è una folla, un popolo, una grande quantità di persone che ha fame e che non riesce a sfamarsi.

E ieri come oggi chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena sta male, protesta, grida, impreca, scappa, emigra e tenta qualsiasi cosa pur di reperire cibo e sicurezza alimentare. Così è stato per il popolo nel deserto che teme di non saziare la fame, ma così è anche per la folla che segue Gesù: senza cibo e, dunque, alle prese, con lo stomaco vuoto. Alla fame fisica segue però, e puntualmente, la paura e, con questa, la logica del “si salvi chi può” e dell’“ognuno pensi a se stesso”.

La soluzione trovata dai Dodici è disumana. E loro non hanno nessun pudore a proporla a Gesù: manda via tutti; si aggiustino; noi non possiamo sfamare tutti. Gesù – ci dice san Luca – ha altre logiche e altri pensieri. Decisamente più umani. E fa capire a quanti sono stati scelti per stare con Lui che quando la gente ha fame anziché farsi dominare dalla paura e dall’egoismo (e dunque considerare la fame degli altri un problema che genera disagio a me|) è sempre bene fronteggiare quella ingiustizia “insieme”, in modo corale e comunitario. Per farsi carico del loro problema e per non doversi difendere dalla fame altrui!

La domanda è sempre la stessa: “Da dove prenderò la carne da dare a tutto questo popolo?”. Ma la risposta giusta è quella di Gesù: “Voi stessi date loro da mangiare”. Messaggio forte e chiaro. Quando l’altro ha fame e quando l’ingiustizia si manifesta ai tuoi occhi, non volgere lo sguardo dalla parte opposta e non delegare ad altri la soluzione a quel problema. Da solo nessuno può farsi carico della fame del popolo, ma nemmeno “congedando la folla perché si aggiusti” si risolve il loro problema. Semplicemente si decide di non vederlo e ci si illude che, così facendo, sia risolto.

Penso al nostro oggi. Penso al grano bloccato in silos, porti e su navi che non riesce a raggiungere chi ha fame per le oscure ragioni dell’orgoglio, della guerra, della violenza e del ricatto. Penso ai Popoli che sono a rischio di vedere peggiorare la loro miseria e che tra alcuni mesi si troveranno immersi, se le cose non si sbloccano, in quel deserto alimentare di chi non ha cibo per sé e per i suoi figli. Se a causa della logica assurda della guerra accadrà che milioni di persone si troveranno alle prese con la fame da quasi tutte le nostre comunità cristiane saliranno preghiere perché il Signore Gesù doni il cibo a chi soffre la fame. Ed è in quel momento che sarà utile ricorrere al Vangelo di san Luca per ricordare che il Signore Gesù desidera coinvolgerci nel Suo farsi carico dell’umanità ferita. Gesù Maestro chiede a noi di dare da mangiare a chi ha fame. Nessuno si spaventi. Gesù non dilata povertà e miserie. Gesù sa molto bene che quando pane e beni sono condivisi, non solo bastano per tutti, ma “tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.”. Proprio come dice la beatitudine: “beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati”.

Guerra e ingiustizia sono le due facce della stessa medaglia. Tocca anche a noi adoperarci per dare da mangiare a chi è senza cibo e fare il possibile perché mai il grano entri nelle trattative del potere esercitato da potenti interessati più a dominare che a servire l’umanità. Gesù che si è fatto pane per noi ci liberi dalla tentazione di usare il grano e la fame altrui per dominare e per imporre il nostro io sul fratello.

Buona festa del Corpus Domini a tutti.

                                                                                     Preghiera dei ragazzi

    Caro Gesù,

                      chissà quante volte mamma Maria ti avrà raccontato che quando Tu dovevi nascere tutti vi mandavano via perché per voi non c’era posto.

Per questo non hai accettato la richiesta dei tuoi apostoli di mandare via la folla che ti seguiva perché convinti che non toccasse loro occuparsi di sfamare tutta quella gente.

Gesù sei straordinario.

Tu chiedi a chi Ti segue di non allontanare mai chi sta male e chi non ha nulla per vivere.

Ti prego Gesù, fa in modo che il grano già raccolto e bloccato nei porti dell’Ucraina dall’esercito russo possa arrivare nei Paesi poveri.

Quanto mi piacerebbe andare dai potenti del mondo e dire loro quanto hai detto ai tuoi apostoli: “Voi stessi date loro da mangiare”.

Grazie Gesù perché sei buono come il pane e perché ci chiedi di farci pane per gli altri.

Grazie anche perché sta per iniziare l’estate.