XIX DOMENICA ANNO C

08-08-2022 - Preghiere poesie

Vangelo di Luca 12, 32 e seguenti

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.

Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.

Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!

Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

 

Siamo entrati, quasi senza accorgercene, in un modo di vivere che certamente non è sano. Per fare qualche esempio: abbiamo venduto la paura di morire con l’illusione della “sicurezza”. Ed è per questo che ci siamo dotati di porte blindate, di sistemi di allarme sempre più sofisticati, di controlli satellitari e di polizze assicurative cariche di clausole e di premi anti-tutto. Risultato? Viviamo barricati nelle nostre case sempre più impermeabili al prossimo; allo stesso tempo – però – siamo impreparati a reggere il confronto con la morte e dunque con la vita vera! Secondo esempio: abbiamo scelto di entrare con mani e piedi in quel consumismo che ha sostituito la verità del vivere con la ricerca del piacere ad ogni costo e delle comodità a qualsiasi prezzo. Anche per questo abbiamo deciso di “sfruttare” l’oggi senza nessuna attenzione al domani che pagherà a caro prezzo le nostre scelte ambientali, demografiche e di abuso dell’unica terra che abbiamo. Risultato? Siamo sommersi da tutti gli agi possibili e immaginabili, ma non siamo più in grado di fare i conti con la verità della vita (anestetizzati come siamo dalla sterile rincorsa del lusso).

Per usare un’immagine: abbiamo deciso di indossare lo stesso abito in casa e “fuori”. Ma se in casa ha un senso, al termine di una giornata di lavoro, indossare abiti larghi e comodi per riposare, il vivere con gli altri e per gli altri ci chiede di indossare la tunica “stretta ai fianchi” per rendere agile e snello il movimento. Non solo: dobbiamo anche tenere con noi la “lampada accesa” per non sbagliare strada e per non cadere nel dirupo.

Perdere di vista la distinzione tra abito del riposo e abito del giorno, ci inganna e ci auto-illude che la vita sia una vacanza senza fine e un villaggio turistico che non chiude mai e che propone in modo ininterrotto le sue attività ludiche.

Per fortuna non è così. Riposo e divertimento sono la “sosta” che danno senso al vivere. Senza mai dimenticare – però – che ciò che non ha fine è la vita spesa per gli altri, non la vacanza pagata dagli altri.

Questo vuole dire “Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese”. Un forte invito che Gesù ci consegna per “fermare” gli inganni in cui ogni generazione rischia di cadere. Si noti però il particolare interessante. Quando il padrone (in greco kurios, termina che indica il Signore risorto) al suo ritorno trova i suoi servi ancora “svegli” (capaci

 

di amare e di servire), che fa? “Si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli”. E un’immagine bellissima usata da Gesù per dirci che quando la vita terrena spesa per il prossimo volge al tramonto, non si smette di vivere, ma si entra nella vita che non ha più fine e dove è Lui, il Signore Gesù, che ci fa sedere a tavola e che passa a servirci. Se non ci facciamo aiutare dal Vangelo che è la lampada che deve accompagnare la nostra vita, facciamo l’esatto contrario: passiamo la vita a mangiare (male, di tutto e di più con tutte le patologie sanitarie che ne derivano), per poi cercare i nostri cari defunti al cimitero. In realtà, però, chi vive per gli altri (“Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e con le lampade accese”) scopre giorno dopo giorno che il Signore Gesù non lo abbandona mai e che anche nel momento finale del suo percorso terreno lo accoglie, lo introduce nel Suo Regno dove la vita non ha più fine, lo fa sedere a tavola e passa a servirlo.

Abbiamo anestetizzato la morte e l’abbiamo ridotta a un numero (i morti per covid al giorno, i morti nella drammatica aggressione dell’Ucraina da parte della Russia, i morti in guerre, sul lavoro, in incidenti stradali…). Quando però chi muore non è un numero, ma un volto, un nome, una storia e una persona cara, siamo spiazzati, arrabbiati e incapaci di continuare il dialogo con chi abbiamo l’impressione che non ci sia più. Molti di noi lo cercano disperatamente tra le lapidi al cimitero, ma solo il Signore Gesù ci insegna a sentire con noi chi ha cambiato modo di vivere. L’eucaristia che Gesù ha istituito dopo essersi cinto i fianchi (Giovanni 13) è esattamente il luogo dove noi incontriamo i nostri fratelli che hanno concluso la corsa terrena e che sono – ora – alla tavola del Signore Gesù.

Nel cuore dell’estate un invito ad indossare vesti strette ai fianchi e a portare con noi la lampada accesa (del Vangelo) è il modo – originale e saggio – con cui san Luca ci augura buone vacanze.

Caro Gesù,

Simone, il fidanzato di mia sorella, non la chiama quasi mai per nome, ma sempre “tesoro”.

Mia nonna, invece, chiama me “tesoro” (ma il nonno lo chiama per nome!).

Ti faccio questa confidenza perché mi ha colpito molto la tua espressione “dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”.

Hai ragione Tu, Gesù: quando il cuore si attacca alle persone che ci vogliono bene o a delle cose che ci piacciono, quello diventa il “tesoro” della vita.

E quando diciamo “tesoro” a qualcuno è perché il cuore ha scelto quella persona da amare.

Gesù, voglio fare diventare Te il mio “tesoro”. E voglio che il Tuo Vangelo mi guidi giorno dopo giorno, per tutta la vita.

Grazie Gesù, perché Tu ci vuoi così bene che ad ognuno di noi dici “Tesoro”. Sei forte, Gesù.

Ci precedi sempre.

La sera delle stelle cadenti esprimo questo desiderio.