I Domenica di Avvento

05-12-2024 - Preghiere poesie

I DOMENICA DI AVVENTO  anno C con preghiera dei piccoli

(“Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.)

 

È di nuovo Avvento. E tra poche settimane saremo nuovamente a Natale. “Chissà perché – mi confida Nicola, 71 anni – da ragazzi gli anni non passano mai e dopo una certa età il tempo corre ad una velocità che sembra eccessiva”. Essendo molto vicino alla sua età non ho subito risposto. Ma il suo ragionamento non mi ha convinto. Non capivo perché.

Poi mi sono accorto che non ho mai pensato al tempo come a una giostra che gira su stessa e che riproduce un movimento ciclico e circolare sempre uguale (per avvicinarmi alla morte). Una giostra dalla quale non posso scendere e che mi propone, ad ogni ciclo, il suo carico di fatiche, di ansie e di sofferenze che non posso evitare e che devo solo subire. È uno schema che non mi appartiene. Anche perché l’educazione cristiana che mi è stata impartita fin da bambino mi ha spinto a pensare al tempo come ad un mio avanzare negli anni e nella storia per incontrare il Signore Gesù che ci corre incontro per aiutarmi (e con tutta l’umanità!) a capire che la libertà, la giustizia e l’amore di Dio stanno camminando verso di noi.

La parola Avvento che le prime comunità hanno preso in prestito dall’Impero Romano rivisitandola in modo significativo, vuole dire proprio questo: che Dio è venuto nel mondo – con il Signore Gesù – 2000 anni fa, ma che continua ad occuparsi di noi e a camminare verso di noi per aiutarci a realizzare quel Regno di Pace e di libertà di cui abbiamo bisogno e che senza Lui non possiamo realizzare. Tutto questo significa che nel tempo dell’Avvento non ricordiamo “solo” la nascita di Gesù avvenuta 2000 anni fa, a Betlemme, in modo così anonimo e così poco rumoroso da rendersi inafferrabile (la vera data di nascita di Gesù è un particolare che nessuno conosce nel dettaglio!). Con l’Avvento siamo invitati a prendere coscienza che “anche” oggi – al termine di un 2024 che si è rivelato carico di conflitti e decisamente poco aperto alla speranza – il Dio di Gesù corre verso di noi per renderci capaci di amare, di perdonare, di servire e di fare della nostra vita un dono a chi è nel bisogno e nella sofferenza.

Come diceva il card. Anastasio Ballestrero: “L’anno liturgico, su cui tanto insiste l’insegnamento conciliare, è un autentico itinerario di conversione, di redenzione, di unione in Cristo, di crescita della comunità cristiana e di testimonianza al Signore (Sacrosantum Concilium, 102.103.107). L’anno liturgico non è un «calendario per le feste» ma è la realtà di Cristo Salvatore che viene scandita con ritmo continuato mediante la Parola di Dio, i gesti sacramentali, la preghiera, mediante l’incontro della comunità che vive insieme tutto questo. Si tratta insomma di un itinerario di santità, di conversione.”.

E l’invito del Signore Gesù presentato nel Vangelo di oggi, va esattamente in questa direzione: “State attenti a voi stessi., che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso”. Significa non entrare nel meccanismo disumano di chi pensa al tempo come ad una macchina che corre senza meta e che ci mangia gli anni migliori per poi lasciare il nostro cuore carico di nostalgia e di rimpianti. E quando il cuore è appesantito dalla malinconia per il tempo che è passato (e che non torna più), sulla nostra vita cala un velo di tristezza che spegna la speranza.

Da giovani si sogna la ricchezza, il successo, la gloria e un benessere definitivo per sé e per i propri figli. Con il passare degli anni si capisce che la ricchezza non scalda il cuore e che la ricerca di sempre più denaro è ciò che ci ha allontanati dalla serenità. Si capisce, a volte quando è tardi, che successo, gloria e benessere, sono “astri” effimeri e poco brillanti. Destinati a precipitare nel nulla e a sciogliersi come neve al sole. E l’immagine è molto forte: finti potenti che si credevano eterni come le potenze del cielo che sembrano eterne e immutabili (sole, luna e stelle), vengono spazzati via da una storia umana che non regge chi vuole dominare gli altri.

Ed ecco che Gesù ci consegna, in modo lapidario, la bella notizia: “vegliate in ogni momento”. Tradotto: Non lasciatevi vivere. Non siate sempre di corsa e dunque fermi e schiacciati tra ansia e depressione. Smettetela di parlare da soli, con il denaro, con le cose o contro chi vi è accanto. Riscoprite la bellezza del silenzio e allenatevi a “pregare” inteso come il lasciare che il Vangelo ci consegni la Parola di Gesù che ci insegna a parlare con Dio, con i fratelli, con il creato e anche con noi stessi. Alzate la testa. Mettetevi in piedi. Guardate dalla parte giusta. E tenetevi per mano con la delicatezza di chi sa perdonare e di chi sa cogliere – nell’altro – solo la parte bella, sana e positiva.

Un programma. Un invito. Ma anche un dono e una promessa di libertà perché chi – a qualunque età – cerca speranza, capisca la bellezza della parola Avvento e la gioia che è generata da questo forte e intenso invito di Gesù in chi lo accoglie.

                                                  

                                                                                                   Buon Avvento !

 

 

                                                       Preghiera dei “piccoli”

 

Caro Gesù,

                    la maestra lo ripete spesso: “State attenti”.

Lo dice quando facciamo il dettato, quando dobbiamo risolvere i problemi, quando siamo nell’intervallo (non vuol che giochiamo a palla in classe) e lo urla quando, durante gite e uscite, siamo in strada.

L’altro giorno Fabio ha sbuffato quando la maestra ci chiedeva, per la seconda volta, l’attenzione. E lei – con calma – gli ha spiegato che quando un grande invita un ragazzino a fare attenzione è perché gli vuole bene. E lo fa perché lo vuole aiutare, proteggere e perché non vuole che si faccia del male.

Anche Tu oggi ci dici: “State attenti”.

E anche Tu sei Maestro. Dunque ci vuoi bene, ci vuoi proteggere e non vuoi che ci facciamo del male.

Grazie Gesù perché ci dice “state attenti” e grazie anche perché vieni a vegliare e a pregare con noi.

Grazie per il dono dell’Avvento, Gesù.