Il papa sulle orme di Abramo

02-03-2021 - Notizie

Il papa sulle orme di Abramo  di Luigi Sandri

 

in “L’Adige” del 1 marzo 2021

 

Ultimi giorni di febbrile preparazione, in Vaticano, del viaggio che dal 5 all'8 marzo Francesco compirà - se non impedito dal Covid diffuso laggiù - in Iraq: paese tiranneggiato per decenni da Saddam Hussein; occupato nel 2003 dalla coalizione occidentale a guida Usa; colpito, nel decennio scorso, dai miliziani dell'Isis-Daesh, il cosiddetto "Stato islamico". L'Iraq è inoltre impegnato sulla strada di un'ardua riconciliazione tra sciiti (la maggioranza) e sunniti, e anche tra musulmani e mondo cristiano, laggiù minoritario ma con radici antiche. Bastano questi flash per illuminare la complessità del pellegrinaggio papale, in un paese tormentato, e ora afflitto anche dalla pandemia, e mentre a Baghdad ancora esplodono atti di terrorismo che rendono insicura, a tutti, la vita quotidiana (perciò eccezionali sono le misure di sicurezza per garantire il papa).

Il messaggio di Bergoglio, sarà, dunque, un invito a pace e riconciliazione tra popoli e religioni non solo in Iraq, ma in tutto il Medio Oriente. In tale contesto il papa, sabato prossimo, incontra l'ayatollah Sayyid Ali al-Husaini al-Sistani, la massima autorità degli sciiti iracheni che, dal punto di vista religioso, sono collegati (ma non sottomessi) agli ayatollah iraniani.

I1 4 febbraio '19, ad Abu Dhabi, Bergoglio aveva firmato il Patto sulla “Fratellanza umana per lapace mondiale e la convivenza comune” insieme ad Ahamad al-Tayyib, Grande Imam di Al-Azhar, il massimo centro religioso sunnita, che si trova al Cairo. Se, adesso, ci sarà qualcosa di simile con al-Sistani, Francesco avrà raggiunto la stragrande maggioranza dal miliardo e mezzo di musulmani al mondo: tutti invitati, insieme ai cattolici, al rispetto della libertà religiosa e al rifiuto di strumentalizzare i propri libri sacri per "benedire" terrorismo, guerre sante e violenze. Il 6 marzo sarà anche il momento più carico di simbolismo dell'intero viaggio: un incontro interreligioso presso la piana di Ur: perché proprio là, una località che, almeno in Occidente, a molti, purtroppo, non dice nulla? Perché da là, affermano le Scritture, proveniva Abramo, colui che infine ascoltò l'invito del Signore - «Parti da questa terra, verso il paese che io ti indicherò» - e raggiunse quella di Canaan dove infine si insediarono gli ebrei. Questi e gli arabi considerano Abramo loro padre nella fede e nella carne (attraverso Isacco, i primi; attraverso Ismaele, i secondi: ambedue figli del patriarca), i cristiani nella fede. Forte sarà l'invito del pontefice, ai seguaci delle religioni “abramitiche", ad impegnarsi a costruire la fratellanza tra loro e, nel mondo, la pace nella giustizia. A Baghdad, poi, Francesco incontrerà i caldei, cattolici, sorti cinque secoli fa separandosi dalla Chiesa dell'Est, la Comunità un tempo chiamata "nestoriana" perché legata a Nestorio che, nel V secolo, interpretava il mistero di Cristo in modo che sia i romani che i bizantini considerarono "eretico". Anche ai loro eredi in Iraq, un abbraccio di pace.