Benedetto XVI: il mondo ha inquinato la Chiesa

05-01-2023 - Notizie

 

 

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Benedetto XVI: il mondo ha inquinato la Chiesa

Bernardo Barranco V. - La Jornada di Messico

Dopo la morte di Benedetto XVI, è inevitabile fare un bilancio di una carriera ricca di ambivalenze, contraddizioni e chiaroscuri. È rivelatore il fatto che, mentre i settori conservatori della Chiesa esaltano la figura e i contributi di Benedetto XVI, i settori progressisti gli rimproverano la sua inclemenza nel contenere e reprimere qualsiasi iniziativa che vada oltre il controllo di Roma e dell'ortodossia ecclesiastica.
Joseph Ratzinger è nato a Marktl nel 1927, un comune nella parte sud-orientale dell'Alta Baviera. All'età di 35 anni è stato consigliere della Conferenza Episcopale Tedesca durante il Concilio Vaticano II nel 1962. Lì ha svolto un ruolo di apertura progressiva. Il giovane teologo si sforzava di portare la vecchia polveriera imperialista della Chiesa nei grandi dibattiti del mondo contemporaneo negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, come la pace, lo sviluppo, il progresso, il ruolo della scienza e della ragione moderna. Vent'anni dopo, come parte dell'élite curiale di Papa Giovanni Paolo II, il Cardinale Ratzinger non la pensava più allo stesso modo. Riteneva che molte delle iniziative emanate dal Concilio fossero dannose per la Chiesa. Le richieste di donne nella Chiesa, il sacerdozio femminile, le teologie femministe, i nuovi codici morali sulla diversità e sulla sessualità, il celibato, i sacerdoti sposati, i precetti della sociologia marxista introdotti nella teologia della liberazione; le eccessive alterazioni della liturgia che l'hanno trasformata in uno spettacolo piuttosto che in una celebrazione spirituale. E un lungo eccetera che portò il Cardinale, in qualità di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, a porre fine a quegli esperimenti ecclesiastici che andavano contro l'identità, l'unità e l'ortodossia della Chiesa. Ratzinger assume un atteggiamento ipercritico nei confronti della modernità contemporanea. Deplora il consumismo, l'individualismo e il relativismo occidentale che stanno penetrando nelle strutture della Chiesa. È necessario mettere ordine nella Chiesa e tornare alle sue origini dottrinali e identitarie.
In un'intervista al giornalista Vittorio Messori, contenuta nel libro Rapporto sulla Fede, il Cardinale Ratzinger riconosce provocatoriamente la necessità di una restaurazione nella Chiesa post-conciliare; ricordiamo: "Se per restaurazione intendiamo la ricerca di un nuovo equilibrio dopo le esagerazioni di un'apertura indiscriminata al mondo, dopo le interpretazioni troppo positive di un mondo agnostico e ateo, allora questa restaurazione è auspicabile e, di fatto, è già in atto".
Il breve pontificato di Benedetto XVI (2005-13) non può essere concepito né come un'appendice del precedente né come una transizione, poiché rappresenta la continuità del ciclo ecclesiale aperto da Giovanni Paolo II, ossia il riflusso e la disciplina religiosa conservatrice di fronte alle prove aperte dal Concilio Vaticano II. Ratzinger, come papa, ha esercitato il rigore senza carisma.
Per Ratzinger, l'Occidente sta vivendo una crisi profonda: il relativismo culturale, che invita alla tolleranza, all'apertura verso l'altro e alla coesistenza con la diversità, può anche portare alla barbarie quando il relativismo attribuisce alla ragione un valore assoluto e si vanta dell'inutilità del mistico. Ecco perché Papa Ratzinger ha avvertito che, se l'Occidente non si rifonda in Dio, rimarrà prigioniero dei tempi della paura e di una razionalità che decadrà nella decadenza assoluta. Questa crisi secolare dell'Occidente minaccia l'identità della Chiesa. Questo è ciò che ha detto quando ha ordinato 20 sacerdoti il 4 maggio 2009, avvertendo: il mondo contamina la Chiesa. La radice della crisi della Chiesa, secondo Benedetto XVI, va ricercata nella decadenza del mondo occidentale. Ha ripetuto questa tesi. L'ultimo di questi si trova in un articolo che ha pubblicato in Germania sugli scandali di pederastia clericale. In un lungo saggio, La Chiesa e l'abuso (2019), colloca l'origine della pederastia nella Chiesa nel maggio del '68. Per quanto possa sembrare incredibile, Benedetto XVI descrive gli effetti della rivoluzione sessuale dei giovani del '68 e sostiene che la crisi della pedofilia clericale ha origine nel "collasso" morale della società negli anni '60.
Ratzinger prefetto e poi papa contribuì a smantellare molte iniziative emanate dal concilio. Ha reintegrato senza condizioni i vescovi fondamentalisti della Fraternità San Pio X nella Chiesa. Ha incoraggiato il ritorno alla Messa tridentina in latino. Integrò nella sua squadra curiale vescovi e cardinali contrari al Concilio. Dagli anni '80 ha contribuito alla nomina di vescovi conservatori, sottomessi a Roma e mediocri in tutto il mondo.
Ratzinger, il severo cardinale prefetto e poi Benedetto XVI, ha contribuito a cambiare il volto della Chiesa in 30 anni. In America Latina ha applicato la guerra fredda ecclesiastica. Chiuse i seminari, cambiò i programmi di studio, chiuse le riviste e i centri di studio e ricerca. Il duo Wojtyla/Ratzinger ha perseguitato sacerdoti, vescovi e teologi della liberazione. Ci sono i casi di Leonardo Boff e Jon Sobrino. Le pastorali popolari e le Comunità di Base languivano sotto le squalifiche e i sospetti della curia. In termini di mercato religioso, hanno lasciato campo libero a livello popolare per l'espansione delle chiese evangeliche. Ratzinger ha lasciato una chiesa in uno stato di disastro. In tutto il mondo ci sono stati scandali di pederastia clericale, lotte di potere e privilegi della Curia romana; una dilagante cattiva gestione delle risorse finanziarie, riciclaggio di denaro. I sogni riparatori di Ratzinger si trasformarono in incubi terrificanti.
 
 
PACE: INUTILE CONTINUARE A FARE APPELLI. LA RIVOLTA DEVE VENIRE DALL’INTERNO

Riccardo Petrella*

I dominanti attuali (politici, economici e socio-tecnocratici...) sono mentalmente e emotivamente incapaci di voler cambiare il "loro" sistema di potenza. Ciò che li motiva è la perennizzazione e l’espansione della loro sicurezza e del loro dominio. Per questo anche la diplomazia è impotente.
Per loro la guerra, a causa anche dell’enorme accelerazione e esplosione dei mutamenti tecnologici, in particolare l’Intelligenza Artificiale, è sempre di più lo strumento chiave per la sopravvivenza e il loro dominio Si tratta, però, di una soluzione che non risolve i problemi, come dimostra la tentazione o minaccia nucleare che fa capolino nella testa dei belligeranti della guerra globale in corso in Ucraina. Imbevuti fino all’ubriacatura dall’idea che la pace s’impone solo con la forza, sono già pronti ad una nuova guerra che, secondo loro, dovrebbe assicurare per un certo periodo l’assenza di guerra nel quadro di una nuova fase, planetaria di dominio imperiale.
Considerato altresì il fatto che le forze di opposizione contro il sistema restano o sono ridiventate troppo disperse e disunite dopo la breve ed entusiasmante fase del Forum Sociale Mondiale, solo delle forze in seno al sistema, culturalmente, socialmente e eticamente potenti ma portatrici di visioni e di progetti alternativi, saranno capaci, oggi, di innescare possibili cambiamenti a corto termine come imporre la tregua in Ucraina.
A mio parere è necessario che persone oggi autorevoli - quali i premi Nobel (tutte discipline incluse, ma soprattutto i Nobel per la Pace), il segretario generale dell'ONU, il Papa e suoi omologhi delle confessioni religiose e morali e pensatori/trici mondialmente stimati/e per la loro credibilità e umanità - si riuniscano dissociandosi dal sistema e facciano un atto di dissenso contro i russi, gli americani e gli  europei della NATO  principali autori delle distruzioni in corso. Devono insieme decidere di riunirsi, per invito o sotto la presidenza  del Segretario ONU, senza domandare il permesso ad altri. Non per lanciare un ennesimo appello ma compiere un atto di impegno destinato anche a favorire una mobilitazione mondiale di disobbedienza civica pacifica. Un’affermazione di liberazione degli abitanti della Terra e degli altri esseri viventi  del pianeta dalla guerra globale e dai dominanti distruttori della vita del Pianeta.
Si tratterebbe di impegnarsi da parte loro a promuovere nuove regole delle istituzioni mondiali e nuovi orizzonti socioeconomici adottando una Dichiarazione planetaria dei diritti  della Terra alla Pace ed alla Giustizia e destinata al mondo ed alla grande nebulosa delle associazioni e dei movimenti della società civile.
Le grandi linee della dichiarazione d’impegno dovrebbero/potrebbero essere le seguenti:
Noi, esseri umani, dichiariamo che:
1.- la guerra è illegala e continuarla in Ucraina ed altrove è un atto criminale. Noi ci impegniamo a farla cessare, a agire per una tregua immediata,
2.- la produzione e l'uso  di ogni tipo di armi, quelle nucleari e batteriologiche comprese, sono illegali. Gli Stati che non ratificano il trattato d’interdizione delle armi nucleari approvato dall’Assemblea Generale dell’ONU, o ostacolano la sua applicazione, si mettono fuori dal diritto internazionale,
3.- la pace armata è un non senso, la comunità internazionale deve abbandonare il principio bellico “ si vis pacem para bellum”,
4.- gli Stati devono cessare le spese militari  che da oggi consideriamo  illegittime”, e quindi un  furto delle risorse dei popoli, 
5.- un  lavoro gigantesco  positivo, deve essere realizzato dagli Abitanti della terra di demilitarizzazione delle relazioni umane e sociali, e di riconversione della  mostruosa macchina  militare tecnologica, economica industriale e culturale mondiale,
6.- l'obiettivo è di iniziare a trasformare da domani mattina  le nostre economie globali di guerra,  produttrici di  strumenti e mezzi di rapina e di dilapidazione delle risorse naturali  ed umani a beneficio dei pochi, in economie  "locali"  di benessere nell'interdipendenza, la cooperazione e la solidarietà, grazie anche alle nuove tecnologie. messe al servizio di tutti. La vera” transizione” che conta non è quella “ecologica”’ (cioè promuovere l'economia capitalista di mercato “verde, per la natura”), né quella della transizione digitale (costruzione di un regime globale autoritario sotto tutela delle GAFAM...). Ma la trasformazione di una società di guerra e di esclusioni in una società di pace, di condivisione e di benessere comune,
7.- ci impegniamo a non lasciare più i  dominanti, illegittimi, distruggere le nostre vite, i nostri territori, il nostro passato unicamente nel nome della loro  potenza e del loro  denaro (camuffati dietro la mistificazione ipocrita della sicurezza e dell'indipendenza "nazionali”).
Tutto ciò sembrerà pura fantasia,ed è vero che sarà difficile per le forze sopra menzionate di riunirsi con tali propositi ed obiettivi “ribelli” Ma, davanti i disastri in corso ed annunciati, unici nella storia  dell'Umanità per ampiezza, dimensione e drammaticità, le  soluzioni realistiche si  dimostrano inefficaci, Anzi, i "giochi" orchestrati dai dominanti si dimostrano puri atti dell'assurdo: i dominanti continuano  a credere e ad imporre al mondo che ci sarà la pace solo con la sconfitta e la distruzione del nemico !!
Non si può lasciare i produttori di questa assurdità "governare" il divenire di tutti noi, esseri viventi della Terra. Bruxelles, 1 gennaio 2023.
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*Professore emerito dell’Università di Lovanio (B)