V DOMENICA DI PASQUA anno C

15-05-2022 - Preghiere poesie

V DOMENICA DI PASQUA  anno C con preghiera dei piccoli

 

Giovanni 13, 31-33a.34-35

 



Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
«Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.

San Giovanni usa pochissime parole per descrivere la scelta di Giuda di “uscire” dalla comunione con Gesù e dal gruppo di cui faceva parte (“Quando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesù disse”. E presenta Giuda che si alza da tavola per abbandonare la mensa sulla quale ha condiviso l’ultimo pasto terreno di Gesù. “Ed era notte” (Gv. 13,30), annota l’evangelista. Per ribadire che tutte le volte che ci si alza dalla tavola di Gesù per fare scelte alternative a quelle proposte dal Maestro a quella mensa, si entra nel “buio” esistenziale che rende amara la vita.

Come non vedere nella “notte” di cui parla san Giovanni il tempo in cui siamo immersi anche noi. Dopo una pandemia che ha ferito l’intera umanità (e dalla quale non siamo ancora usciti) l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin ha riportato in Europa orrori che credevamo superati per sempre. Non ha senso abbandonare l’Ucraina al suo destino (e se qualcuno chiedesse questo si pone contro i valori della solidarietà, della fraternità e del reciproco aiuto sui quali è fondata l’Europa), ma non è ragionevole nemmeno armare fino ai denti chi ha il diritto e il dovere di difendersi con il rischio di innescare un’escalation di scontri armati che prima o poi trasforma la terza guerra mondiale a pezzi in un nuovo (il terzo!) conflitto mondiale.

Ed è “notte” proprio per questo. Perché le armi non generano (mai) luce, promesse di pace o spiragli di accordi, ma solo e sempre odio, rancore e distruzione di vite umane, di civiltà e di speranza. È “notte” perché sembra non esistano modalità di fermare il conflitto e perché la strada intrapresa per fermare il conflitto è ancora troppo lastricata di armi, bombe e di eserciti contrapposti. Ha però ragione Papa Francesco quando dice che la guerra è una pazzia e che le armi non portano la pace. Aveva ragione Papa Giovanni XXIII quando ricordava al mondo intero che la Pace (quella vera) si appoggia su quattro precisi pilastri: libertà, giustizia, verità e amore. Al di là di queste solide fondamenta non si costruisce la pace. E la tragica realtà di armi sempre più potenti ricorda a tutti noi che nel caso di una escalation che spinga ad usare anche il nucleare, ci ritroviamo tutti perdenti.

Oggi il Vangelo di san Giovanni ci consegna pochi versetti. Che ci ricordano, però, la verità fondamentale della vita: uscire dal cenacolo e dalla logica profondamente umana proposta da Gesù e dalla Sua Parola è movimento a forte rischio di immetterci nella notte. Non appena Giuda ha deciso di privilegiare il suo profitto, di vendere il Suo Maestro per poco denaro, di rompere la comunione con i “suoi” amici e di “sposare” la causa delle armi e dell’aggressore è iniziata – per lui – la notte dalla quale non ha saputo uscire.

Giuda ha rinunciato ad amare e, così facendo, ha perso la sua libertà. Non solo: con il suo tradimento Giuda è uscito dal solco della giustizia e tutto ripiegato su sé stesso non ha saputo chiedere scusa e nemmeno aprirsi all’amore che tutto perdona. Così facendo, però, si è reso incapace di guardare con verità alla sua fragilità e alla sua debolezza.

Sono tanti i bambini che in questi giorni, in tutta Italia, ricevono la Prima Comunione. Guidati dai loro sacerdoti e catechisti, accompagnati dai genitori e accolti dalle comunità cristiane chiedono di avvicinarsi a quel tavolo dove Gesù si fa pane per noi. Sono bambini che ci chiedono di donare loro – con l’aiuto di Gesù – la forza di queste quattro gambe su cui è fondata la tavola di Gesù: giustizia, liberà, verità e amore.  Valori intrecciati tra loro e indivisibili. A Giuda che esce dal cenacolo in cui Gesù lo aveva invitato, mi piace contrapporre quel ragazzino che ha saputo condividere il suo poco (cinque pani d’orzo e due pesci) per premettere a Gesù il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Non abbiamo grandi strumenti per fermare una guerra assurda, folle e che genera solo distruzione e morte, ma possiamo offrire il nostro poco perché la prudenza, la cautela, il dialogo e la via diplomatica restino i sentieri privilegiati per sperare in un ragionevole cessate il fuoco a cui dovrà seguire quel compromesso che non permette a nessuna delle parti in causa di vincere, ma che non obbliga l’umanità perdere la speranza, la vita e la nostra civiltà. Buona domenica a tutti

 

                                                          Preghiera dei piccoli

Caro Gesù,

                       ti faccio una confidenza: a volte chiudo gli occhi e mi vedo in uno stadio gremito di gente a correre a mani alzate dopo aver fatto goal. Altre volte mi immagino vincere in bici o con un microfono in mano, cantando.

Non so perché, ma questo tipo di “gloria” entra nella nostra testa prima della “Gloria” di cui parli Tu.

Tu però ci dici che la vera Gloria è data dal servire, dal donare, dal vivere per gli altri e dal perdonare.

E la guerra in Ucraina ci dice che hai ragione Tu: “vincere” ad ogni costo non crea nessuna gloria, ma costruisce solo distruzione e tanti morti.

Grazie Gesù. La tua Gloria non ci entra in testa. Ma se ci entra nel cuore ci fa vivere più sereni e in pace.

Grazie anche per il comandamento nuovo.

Voglio imparare ad amare come Tu ci ami.