XVI DOMENICA ANNO

23-07-2023 - Preghiere poesie

 

                     XVI DOMENICA ANNO A con preghiera dei piccoli

 

Dal Vangelo secondo Matteo 13, 24 - 43

In quel tempo, Gesù espose alla folla un'altra parabola, dicendo: "Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. …

26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. … E i servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a raccoglierla?".  29"No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano.  30Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura.

 

Tre parabole che fanno ormai parte del patrimonio sapienziale della vita cristiana. E che devono diventare la colonna sonora della nostra vita, se vogliamo gustare la bellezza della libertà impregnata di bontà. Dedichiamo un istante a ciascuna delle tre parabole.

E i servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a raccoglierla?". "No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura.

È la più insidiosa delle tentazioni: decidere di allontanare dalla vita comunitaria chi si ritiene che sia portatore di diversità e dunque da considerare una minaccia per il bene comune. Ma decidere chi è puro e chi è impuro - ormai lo sappiamo - è una patologia che avvelena l’esistenza di tutti, nessuno escluso. Vale per la vita sociale e politica (le ingiuste leggi razziali del ’38 e del ’39 che, per vergogna, vorremmo non ricordare, non sono nate per allontanare dalla “comunità civile” chi aveva la sola “colpa” di essere nato da genitori di origine ebraica?). Ma vale anche per le nostre chiese e comunità cristiane. Giudicare e condannare gli altri, rende la vita un inferno e - prima o poi - porta a giudicare e a condannare anche sé stessi. E chi non impara a perdonare le sue imperfezioni e a lasciare che il Dio di Gesù accolga e perdoni anche le sue fragilità, smarrisce sia la strada della gioia che quella dell’amore.

Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto.

È raro incontrare un segno di gloria, di successo e di grandezza incastonato nella cornice dell’orto! Normalmente per raffigurare, con immagine botaniche, prestigio e onore si fa riferimento ad alti alberi dal grande fusto e inseriti in folte foreste. Il profeta Ezechiele parlava del Regno di Dio come di un immenso cedro sull’alto monte di Israele (Ez. 17). Gesù è esperto di umanità e sa molto bene che dal desiderio di fare bene alla follia del voler contare più degli altri per collocarsi sopra il prossimo, il passo è breve. E a chi vuole diventare famoso, un campione o un artista di successo, Gesù propone di crescere in bontà per diventare il primo - il più grande - che si china a servire chi è nel bisogno.

"Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata".

San Matteo accenna all’episodio in cui Abramo e Sara impastano tre misure di farina per accogliere i tre uomini che annunciano agli anziani coniugi che stanno per ricevere il dono di un figlio (Genesi 18). L’evangelista vuole spiegare ai dubbiosi che nulla è impossibile a Dio. E “nulla” vuole dire “nulla”! Il che significa che quando siamo tentati di credere che il “mio” problema si presenti come senza soluzioni, dobbiamo ricordare che il lievito della grazia di Dio si impasta con la nostra condizione fino ad aiutarci a trovare quel filo di luce e di speranza che avevamo smarrito e che credevamo non esistesse.

Tre parabole e tre grandi messaggi. Carichi di sapienza e di speranza. Da un lato per imparare a non puntare il dito contro nessuno e a non giudicare chi ci vive accanto. Per scoprirci liberi dentro e capaci di relazioni vere nel segno dell’accoglienza, della bontà e del perdono (reciproco). Dall’altro lato per aiutarci a sradicare da noi quelle velenose ambizioni che ci spingono a sognare (per noi, ma spesso per i nostri figli) postazioni, risultati e ruoli sociali “sopra” gli altri. Il granello di senapa e l’orto di cui parla Gesù ci spingono dall’altra parte e ci ricordano che il solo modo per salire è quello dato dallo scendere verso chi è più debole. Per entrare nelle stanze della gioia (purtroppo oggi quasi sempre vuote!).

Mentre prendere coscienza che non esiste problema senza soluzione è una simpatica “certezza” del crescere e del vivere. Che ci aiuta a cogliere la presenza di Dio accanto a noi tanto quando tutto scivola via leggero (e, in questi casi, lo si ringrazia), ma anche quando fatiche, difficoltà e ostacoli bussano alla nostra vita (e, in questi casi, lo si invoca e gli si chiede l’aiuto per intravedere quella speranza presente, ma che non si riesce ancora a vedere).

Considerato il tempo estivo e i contesti di vacanza in cui siamo immersi (con giorni di riposo già fatti o ancor da fare) un gran bel dono di sapienza questo passo del Vangelo di Matteo. Buona domenica.

 

 

                                                                          Preghiera dei piccoli

Caro Gesù,

                 hai ragione Tu: non ha senso dividere il mondo in buoni e cattivi. Nel campo di grano c’è sempre anche un po’ di zizzania. E viceversa.

Gesù grazie perché oggi mi hai insegnato che la zizzania non cresce solo nel campo degli altri, ma anche nel mio cuore.

Ti prego, Gesù, ricordami sempre che a forza di giudicare gli altri prima o poi si finisce per fare del male anche a se stessi.

Gesù rendimi capace di perdonare gli altri e aiutami a non diventare troppo severo quando sbaglio.

Ancora un pensiero, Gesù.

Mia nonna dice sempre a tutti “Impara ad aspettare. Perché chi vuole tutto e subito non diventa grande!”.

Ho pensato a lei quando ho ascoltato questa parabola.

Secondo me sei Tu che le hai donato questa saggezza.

Insegnami ad aspettare, Gesù, e grazie perché alla Tua scuola non si finisce mai di imparare.