E NON ABBANDONARCI IN PREDA ALLA TENTAZIONE...

12-02-2024 - Notizie

di Gilberto Squizzato

 

Forse non serve neppure giungere alla mia età per essere presi da un senso di pena sconsolata e amarezza irrimediabile per la stupidità umana.

Non dico per la cattiveria, ma proprio per la stupidità: una stupidità imperdonabile dopo quello che le esplorazioni dello spazio abissalmente profondo ci hanno rivelato; dopo le scoperte sensazionali della fisica quantistica; dopo gli sforzi appena inaugurati di creare un'Intelligenza Artificiale e dei Cyborg che tentino di somigliarci.

Perché nessun cyborg per quanto prodigioso e nessuna intelligenza immensamente potente e incredibilmente veloce potranno uguagliare lo stupore prodigioso dello sguardo di una bimba che scopre il mondo e suscitare l'emozione che ci è regalata dalle braccine di un bimbo che si tendono verso di noi.

Non intendo sminuire il valore delle nostre conquiste tecnologiche che ammiro e di cui sono immensamente grato, ma solo ricordare quello che la scienza ci conferma con innegabile evidenza: che l'esistenza delle creature umana è sgorgata da un lavorio durato miliardi di anni, che la probabilità della nostra vita è statisticamente pari a 1 diviso infinito elevato all’infinito, che la sintesi organica dei nostri corpi scaturisce da un gioco di combinazioni che la statistica riconduce a una casualità prossima all'impossibile.

E come vedete qui non utilizzo le categorie della fede, il concetto di creazione, ecc. che esulano dalla pura constatazione scientifica.

Ma allora, ditemi, perché siamo capaci di tanto spreco di vita, di tanto disprezzo del prodigio cosmico dell'esistenza della creatura umana?

La ferocia di Hamas estingue nel delirio di un odio stoltamente compiaciuto di sé stesso 1500 ebrei, Israele senza fiatare perpetra lo sterminio non ancora completato di 15.000 bambini di Gaza, Putin dorme tranquillo dopo aver già seppellito nei cimiteri di guerra 300.000 soldati russi che non potranno amare le loro fidanzate e far fiorire altre vite... E poi la sconfinata moria per guerra e per fame e per malattie facilmente curabili di un numero incalcolabile di bambini ogni giorno... Eppure ognuno di loro è sgorgato dalla prodigiosa e generosa potenza creatrice di quel lavorìo durato miliardi di anni che ha fatto sì che dalle vibrazioni sepolte in un tempo che era prima di questo tempo dall'Energia del Vuoto fosse innescato il Miracolo!

Vi confesso amici che dopo una vita di speranze e di lotte sono preso da uno sconforto avvilente, che mi porta non di rado a maledire la stupidità di questa nostra specie capace sì di innumerevoli atti d'amore ma anche così inebetita dal proprio presuntuoso orgoglio da essere capace di autodistruggersi senza pietà e senza gratidutine per il Miracolo.

Sono stanco, troppo stanco, di dover vedere quello che la rete e la tv mostrano ai miei occhi ogni giorno: la replica dello Sterminio che io non posso fermare e di cui sono spettatore impotente. Vorrei poter chiudere gli occhi, dormire, sognare, oppure evadere da questa infame realtà e chiudermi in un mondo tutto, ignaro del Crimine Perpetuo che la nostra specie si ostina a perpetrare.

Ma è proprio al fondo di questa desolazione che mi raggiunge l'invito dell'uomo di Nazareth a non cedere di schianto e a non sottrarmi alla realtà d'ogni giorno. Forse adesso capisco il significato abissale di quelle parole: "... e non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal Maligno". Quale tentazione? Quella - che sarebbe onestamente doverosa - di cedere alla disperazione. La tentazione di consegnarci alla rassegnazione. Di adattarci alla nostra miserabile condizione di ingrati omicidi del Miracolo.

Quale Maligno? Ce lo hanno spiegato in molti: Freud, i neuroscienziati, gli antropologi, perfino talvolta i filosofi: l'istinto di morte che abita in noi, l'imperfezione costitutiva del nostro essere, la ferocia della nostra smania di distruzione dell'altro: possiamo anche chiamarli "il nostro peccato d'origine", la piccolezza smisurata del quasi nulla che siamo.

Ma ecco irrompere, mentre vado considerando la mia sconsolata desolazione, l'uomo di Nazareth che mi ricorda con tutto l'impeto del suo coraggio che non abbiamo un'altra umanità e un altro mondo da amare. Egli sa bene che sarebbe giusto e comprensibile cedere alla disperazione ma mi scongiura di non farlo. Mi dice che posso ancora credere che un'altra umanità e un altro mondo possono ancora accadere. Che non posso disertare, nonostante l'angoscia che mi assale ogni volta che guardo al mondo com'è davvero, svanita l'evasione passeggera del Festival di Sanremo.

Sta a me decidere se questo amore tentarlo ancora, pur in tutta questa stanchezza e nonostante la mia impossibilità di fermare lo sterminio e impedire quella bestemmia contro il Miracolo che é lo spreco di vita al quale devo assistere in ogni momento.