
Martedì 22 aprile 2025
Testimonianze ed approfondimenti
Martedì 22 aprile 2025
Testimonianze ed approfondimenti
L'Editoriale della domenica. Significati del Sinodo "bocciato"
di Guido Tallone
Dal 31 marzo al 3 aprile 2025, in Vaticano, si è tenuta la Seconda Assemblea Sinodale della Chiesa Italiana alla quale hanno partecipato 1.008 delegati (530 laici e altrettanti circa tra diaconi, preti e vescovi). Il 95% di loro ha scelto di non approvare le 50 proposizioni del documento finale redatto per fare sintesi dei quattro anni di lavoro...
La Stampa - 26 marzo 2025
L’ANGOSCIA DELLA MORTE TOCCA ANCHE IL PAPA E NON C’È NESSO CON LA FEDE IN DIO
in “L’Adige” del 7 aprile 2025
Una settimana ad alta tensione, quella appena trascorsa, per la Conferenza episcopale (Cei) e per la Chiesa cattolica italiana, che dal 31 marzo al 3 aprile hanno vissuto un Sinodo nel quale la stragrande maggioranza - vescovi e fedeli - ha bocciato un testo finale pur approvato dai vertici dell'episcopato, e costretto a rinviare al 25 ottobre un'ulteriore e imprevista sessione per approvare un nuovo testo.
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di Guido Tallone
Alla Biennale Democrazia di Torino che si è tenuta la settimana scorsa per cinque giorni a Torino è stata nuovamente presentata la dura e indecente realtà delle “nostri” carceri, tra l'altro riportata con meritoria dovizia di particolari anche in questi giorni dall'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno con il suo diario da una cella del carcere di Rebibbia che lo "ospita" dal 31 dicembre scorso. I numeri parlano chiaro: 62.267 detenuti in Italia con 16.000 persone dietro le sbarre che non hanno un posto regolamentare (tasso di sovraffollamento “medio” del 132,6% con punte che arrivano al 225%!). Suicidi in carcere: 91 nel 2024 e 21 nei primi tre mesi del 2015. Per citare solo i due indicatori principali della vergogna...
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di Enzo Bianchi - La Stampa, 27 marzo 2025
Negli ultimi tre anni della mia vecchiaia mi ha abitato sovente l’esperienza del male fisico, il male vissuto nel mio corpo a causa di malattie e cure lunghe e gravose. Ho provato ciò che quasi tutti, prima o poi nella loro esistenza, vivono penosamente, con fatica e soprattutto schiacciati dall’enigma del perché.
Cari amici,
tutto è cominciato quando l’uomo, nel giardino, ha dato il nome alle cose, Dare il nome alle cose è il primo passo per conoscerle, padroneggiarle, se del caso combatterle. Per questo si discute tanto se definire o no la Meloni fascista, e si insiste sulla litania dell’aggressore-aggredito. Ma nella divisione manichea del mondo, tanto cara all’Occidente, tra quelle che sono chiamate “democrazie” e le cosiddette “autocrazie”, dove collocare l’America di Trump che è eletto a furor di popolo ma sovverte le regole del potere, malmena i giudici, governa per decreti esecutivi e vuol conquistare la Groenlandia e il Canada? E che nome dare a Israele dove pure si vota, ma che si definisce come Stato etnico, esclusivo e confessionale?
L’ANGOSCIA DELLA MORTE TOCCA ANCHE IL PAPA E NON C’È NESSO CON LA FEDE IN DIO
Cosa diremo noi quando sarà il nostro momento? Cosa diremo in quell’istante che a ragione è detto “fatale”, perché segnerà in modo irrevocabile l’incontro con il supremo Fato? Quali parole ci saliranno dal cuore di fronte alla morte che vedremo arrivare? La notte del 28 febbraio scorso è toccato a papa Francesco arrivare in quella situazione e, dall’intervista del Corriere della Sera al dottor Sergio Alfieri capo dell’équipe medica che l’aveva in cura, si è appreso che le parole del Papa sono state le seguenti: “È brutto”. Il medico ha aggiunto che “chi gli era accanto aveva le lacrime agli occhi”, a sottolineare il tragico livello emotivo della situazione. Come si muore? Come vivremo la nostra morte? Queste cupe parole del Papa ci possono insegnare qualcosa? …
Vito Mancuso, La Stampa 26 marzo 2025
Essendo ormai in una fase conclusiva del Cammino sinodale le schede presenti nello “Strumento di lavoro” propongono un’ampia serie di “scelte possibili”. […] Tra le “scelte possibili” che la Rete sinodale indica troviamo: l’accesso delle donne a tutti i ministeri; l’attribuire ai laici la possibilità di tenere l’omelia; il dare vita ad una sperimentazione liturgica per ritrovare un linguaggio capace di parlare ai credenti di oggi; l’accoglienza nelle comunità delle persone lgbt;..…
Padre Enzo Bianchi: "Non vuole diventare un'icona. Forse non potrà più viaggiare, ma non cambierà nulla"
Il Giornale - 11 marzo 2025
Intervista di Serena Sartini a Enzo Bianchi
Il Papa «ha scelto di farsi presente con la sua voce sofferente e flebile e non con una foto perché l'immagine poteva diventare un santino». «Lui vuole la verità, la trasparenza, e con la registrazione audio dà prova della sua sofferenza, non è un'icona». Padre Enzo Bianchi, fondatore della Comunità monastica di Bose, membro della fraternità Casa della Madia, parla al Giornale e riflette sul momento difficile che sta vivendo il Papato di Francesco.