PENTECOSTE ANNO B

24-05-2021 - Preghiere poesie

PENTECOSTE ANNO B con preghiera dei ragazzi

Gv 15, 26-27; 16, 12-15    Atti 2, 1-11

[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:] «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio […]. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio

e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

 

Pentecoste, ormai lo sappiamo, deriva dal greco e ci ricorda che “cinquanta giorni” dopo Pasqua il Signore Gesù dona, ai suoi discepoli e a tutta l’umanità, il Suo Spirito che san Giovanni chiama Consolatore, Difensore (questo vuole dire “Paraclito”) e Spirito di Verità. Ma perché l’evangelista sente il bisogno di consegnare alla sua comunità (almeno cinque decenni dopo il mattino di Pasqua) questa intensa e dettagliata pagina su come lo Spirito di Gesù ci guiderà alla Verità tutta intera? Probabilmente perché le comunità che san Giovanni incontra sono stanche, sfiduciate e a corto di speranza. Gesù risorto non torna e i battezzati che si trovano alla fine del primo secolo hanno l’impressione di non avvertire la Sua presenza nel difficile procedere quotidiano; le persecuzioni dei cristiani sono sempre più numerose, efferate e crudeli; molti discepoli della prima ora hanno rinunciato a credere nel Signore Gesù e sono usciti dalle loro comunità. San Giovanni non racconta solo eventi ed episodi accaduti al Gesù storico. Per l’evangelista è di vitale importanza che il suo lettore capisca che il dono dello Spirito che Gesù consegna a chi è disposto ad accoglierlo, è per tutti, ma soprattutto per chi legge questo testo nel tempo presente. L’evangelista decide perciò di rivolgersi in modo speciale al lettore che è stanco, sfiduciato, segnato dalla fatica, con le lacrime agli occhi e bisognoso di amore e di ragioni per tornare a sperare.

Verrebbe da dire: si tratta di una Pagina di Vangelo scritta anche per noi, per il nostro tempo. Per aiutarci a comprendere che il dono dello Spirito di Verità è destinato non solo ai discepoli di ieri (!), ma anche a noi (nel nostro oggi) per aiutarci ad uscire dalle nostre paure e dagli effetti (bruttini) che la pandemia ha lasciato in e su tutti noi.

Significa scoprire, grazie a questa pagina di Vangelo, che lo Spirito di Gesù ci libera: dalla paura della Solitudine (il nostro grande e vero tabù). Anche per questo siamo sempre connessi: perché abbiamo timore del silenzio e perché non sappiamo più ritrovare la nostra vera autonomia quando siamo soli. Lo Spirito di Verità che ci dona Gesù ci rende capaci di ritrovare noi stessi soprattutto nella solitudine e ci ricorda che lontano dal rumore, dalla baraonda e nel silenzio, il nostro cuore si apre alla verità e alla libertà. Solo chi impara a stare anche da solo – ci dice lo Spirito di Verità – è capace di amare!

Dalla paura della “Diversità”. La grande e folle ambizione degli uomini che volevano costruire la Torre di Babele (Genesi 11) era questa: arrivare fino al cielo con una costruzione in muratura torre di mattoni e illudersi che parlare tutti la stessa lingua voleva dire capirsi e non litigare. Lo Spirito che ci dona Gesù ci ricorda che non tocca all’uomo salire al Cielo perché è Dio che, con il Figlio suo che si è fatto carne, è sceso verso di noi. Ma lo Spirito di Gesù ci insegna anche che non ha senso ridurre la diversità ad un frullato dove tutto e tutti sono omogeneizzati. Non basta parlare la stessa lingua per non litigare! Lo Spirito di Gesù ci rende capaci di parlare il linguaggio dell’amore, della comunione, del perdono e della Pace. E solo Dio sa quanto abbiano bisogno di questo vocabolario (noi e il mondo intero).

Dalla paura di Amare. Abbiamo tanta voglia di essere amati, ma abbiamo anche paura che l’amore ci chieda di amare “come Lui ha amato noi”. Facciamo fatica ad amare chi fa di tutto per farsi detestare, chi sbaglia, chi non chiede perdono o chi è diverso da noi e ostile verso di noi. Lo Spirito di Verità ci rende capace – finalmente – di amare in modo pieno, completo e meno superficiale. Permettendoci così non solo di entrare nel giardino dell’amore adulto (“Come Lui ha amato noi”), ma anche di ritrovarci liberi (dentro e fuori), beati e immersi in una comunità vera, liberata da ideali di perfezione.

Dalla tentazione di fermare la nostra capacità di sperare.   Ci sono dei momenti della vita di tutti noi in cui diventa difficile portare il cuore oltre le fatiche o al di là del lutto. Quante volte, in questi ultimi sedici mesi, abbiamo avuto l’impressione che il buio fosse più forte della luce. Lo Spirito di Verità ci consegna la certezza che le ultime parola della storia umana sono e saranno per sempre: luce, vita, amore, giustizia, bontà e bene. Diventare capaci di sperare quando il male (fisico e morale) sembra vincere, è il grande dono della nostra Pentecoste che ci rende uomini nuovi proprio perché in grado di stare anche da soli, di abitare le diversità in un Noi ampio come il mondo, di amare “come Lui ha amato noi” e di sperare di trovare la luce anche nell’infittirsi dell’imbrunire, come cantava Battiato.

Buona Pentecoste.

 

Preghiera dei piccoli

Caro Gesù, ormai l’ho imparato: Pentecoste vuole dire 50

giorni e ci ricorda che cinquanta giorni dopo la Tua resurrezione, il Tuo Spirito è sceso sui Tuoi discepoli per consolarli.

Domenica scorsa il Tuo Vangelo ci ha detto che il nome di Dio è “Io sono con voi”, per dirci che è sempre “con noi”.

Oggi il Tuo Vangelo ci dice che il nome di Dio è “il Consolatore”, per dirci che Dio ci cura e ci fa stare bene.

Gesù, Tu non solo ci stai vicino sempre, ma ci togli anche le sofferenze che ci rubano la voglia di sorridere.

Grazie Gesù per questa bella festa.

Donami il Tuo Spirito e donalo a tutti i miei parenti e amici. Gesù non è grave se parliamo lingue diverse.

Quello che è brutto è quando non ci capiamo o quando vogliamo obbligare gli altri a parlare e a pensare come noi.