SANTISSIMA TRINITÀ

05-06-2023 - Preghiere poesie

SANTISSIMA TRINITÀ   con preghiera dei piccoli
 

Dal Vangelo di Giovanni 3, 16 - 18

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

 

Quando si era bambini nella Domenica che celebra la santissima Trinità si era soliti presentare ai fedeli il racconto di sant’Agostino che, sulla spiaggia, incontra un bambino intenzionato a svuotare il mare con un secchiello. Agostino prova a spiegargli che il progetto è impossibile. Ma il bambino si rivela un angelo incaricato di spiegare al santo che illudersi di capire razionalmente e in modo completo il mistero di Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo è esattamente come provare a svuotare il mare con un bicchiere.

Oggi la chiesa ci presenta, attraverso il Vangelo di san Giovanni, un altro personaggio alle prese con il mistero di Dio: Nicodemo. È un capo dei Giudei, ci dice l’evangelista. È perciò adulto e inserito tra coloro che considerano Gesù un pericolo e un nemico: da arrestare da fermare. Per quanto però esista distanza tra loro, Nicodemo è incuriosito dalla figura di Gesù e - allo stesso tempo - è attratto da questo uomo che presenta un volto insolito del Dio pregato in sinagoga. Forse non è l’unico tra i capi dei Giudei a vivere questi sentimenti. Sembra però il solo che, con determinazione, va avanti in questa sua ricerca che lo rende inquieto e che, tra l’altro, lo espone anche a consistenti pericoli. Per questo va da Gesù “di notte”: per non essere visto dai colleghi che lo cercano per catturarlo. E lo incalza subito con parole forti: “sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui” (Gv. 3,2). È la conferma che Nicodemo segue Gesù e che conosce quanto Lui opera e dice. È anche la prova che questo capo dei Giudei riconosce in Gesù la presenza di Dio. Ma non riesce ancora a capire - però - come possa Dio abitare in mezzo a noi e rendersi presente nella persona di Gesù di Nazaret.

Nicodemo vuole scardinare le sue fragili certezze. Cerca (di notte) lo scomodo Maestro per dialogare con Lui. Non ha paura a mettersi in discussione e oltre a presentargli i suoi dubbi si rivela anche disposto ad ascoltare le risposte che Gesù gli consegna (come a dire: non basta mettersi in discussione e cercare; è anche indispensabile ascoltare in profondità quanto la ricerca ci fa raccogliere e incontrare!).

I tre versetti che oggi la chiesa ci presenta sono tratti da questo lungo dialogo tra Gesù e Nicodemo (al capitolo terzo del Vangelo di san Giovanni) e dopo questo incontro notturno con Gesù, di Nicodemo si perdono le tracce. Fino alla morte di Gesù. Quando Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea chiedono a Pilato il permesso di “prendere” il corpo morto di Gesù per una decorosa sepoltura. Se ai piedi della croce sono rimasti in pochissimi, ora che Gesù è morto sono scomparsi tutti. Anche perché riuscire a vedere nel cadavere di Gesù i segni tangibili dell’amore del Padre per la nostra umanità è impresa quasi impossibile.

Gesù però aveva chiesto Nicodemo di provare a rinascere con l’aiuto dello Spirito ed ora è proprio lo Spirito che lo guida e che lo aiuta a cogliere, nel corpo senza vita di Gesù, il dono definitivo del Padre all’umanità perché il bene vinca - una volta per tutte - sul male.

Credo che per la nostra preghiera Nicodemo possa rappresentare il testimone privilegiato della santissima Trinità. Per invitarci a non stancarci mai di cercare (anche quando vorremmo convincerci che siamo arrivati) e per ricordarci che in Gesù morto e risorto è visibile l’amore del Padre ed è con noi lo Spirito che ci rende creature nuove e capaci di parlare la lingua dell’altro. Nicodemo ci ricorda anche che il cambiamento genera disorientamento, ma che è fecondo ed indispensabile per il nostro crescere e migliorare. Il Dio di Gesù, ecco la liberante verità, è presenza che sfugge ai nostri schemi e alle nostre tradizioni. Ormai è chiaro: ci è chiesto di prendere atto - in questo tempo di transizione e di cambiamenti - che la nostra fede ci chiede di accogliere nuovi schemi e nuove forme di vita ecclesiale. Non sappiamo ancora quale forma assumerà il nostro essere chiesa al servizio del Regno di Dio, ma sappiamo - grazie alla testimonianza di Nicodemo - che lo Spirito Santo renderà le nostre comunità ecclesiali vive e interessanti come quelle da cui proveniamo.

Seguire Gesù in compagnia di Nicodemo diventa perciò un ottimo esercizio di libertà interiore per continuare a cercare e per non sentirsi mai arrivati. Grazie alla preziosa compagnia di Nicodemo, poi, si impara a “vedere” nel Signore Gesù il dono d’amore del Padre che, consegnandoci il Suo Spirito, ci spinge a rinascere dall’alto, ad amare come Lui ha amato noi e a perdonare: tanto noi stessi quanto chi ci ha fatto del male.

Siamo allo sprint finale di un intenso ano scolastico.

Un sentito e cordiale grazie a quanti operano nella scuola e che in questo mese raccolgono i frutti del loro lavoro. E un augurio alle famiglie e ai nostri cari studenti perché la scuola diventi sempre più quella palestra che ci rende uguali e liberi, come diceva don Milani.                                                

 

                                                                                  Preghiera dei piccoli

Caro Gesù,

                    a catechismo ci hanno raccontato la storia di sant’Agostino che mentre spiega al bambino che non si può svuotare il mare con un secchiello scopre che quel bambino è un angelo mandato da Dio. Per spiegargli che prima di provare a capire il mistero di Dio uno e trino ci si deve lasciare abbracciare dal Suo amore.

Bello questo racconto.

Mi ha aiutato a capire perché a me non piace stare da solo: perché siamo stati creati a Tua immagine, Gesù, che sei un Dio sempre in relazione e dunque mai solo.

Mia mamma mi sgrida quando cerco un amico, un compagno o un cugino per andare alla casa in campagna.

Tu però mi capisci: insieme tutto è più bello.

E, come dice un proverbio africano, “se vuoi andare veloce, vai da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme”.

Grazie Gesù anche per il dono di questo anno scolastico.