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Sempre peggio per i migranti

Si avvicina la “giornata del rifugiato” ma qui si muore in mare, si costruiscono muri di filo spinato, si vive di stenti nei boschi balcanici cercando di entrare in Europa, si riempiono i campi di concentramento in nord Africa e in Europa, si stivano i naufraghi nelle navi che li salvano e si stivano poi nelle navi della quarantena, si sgomberano con la forza gli spazi dell’accoglienza...

QUEL MIRACOLO SUL TRENO

QUEL MIRACOLO SUL TRENO

Ero su un treno regionale, fermo a una stazione. Un ragazzo disabile in carrozzina, il busto piegato in avanti da un’evidente malformazione, è salito aiutato da tre persone. Lo spazio riservato ai portatori di handicap era occupato da due ingombranti valigie, il controllore ha chiesto a voce alta: “Di chi sono questi bagagli?!”. Un uomo si è alzato per spostarli, lamentandosi del fatto che nel vano apposito non ci stessero, non sapeva dove metterli. Il ragazzo, mentre la sua carrozzina veniva legata con le cinghie, non ha detto niente, negli occhi la stanchezza di chi è abituato a reazioni simili. Tornando al suo posto l’uomo si è lasciato sfuggire una frase, a bassa voce: “Perché questi non se ne stanno a casa invece di andare in giro?”. Lo abbiamo sentito in due, io e una signora anziana seduta vicino a me. Stavo per reagire duramente quando lei mi ha anticipato, si è alzata, si è piazzata davanti all’uomo e gli ha detto: “Si dovrebbe vergognare, perché non se ne sta a casa lei invece di andare in giro e costringerci a sentire le sue sciocchezze!”.

L’uomo ha assunto d’un tratto l’espressione di un bambino sgridato dalla madre. “Ha ragione”, ha detto. “Mi scusi, scusatemi tutti, sono stanchissimo e ho proprio esagerato”. Poi è andato dal ragazzo: “Scusami davvero, sono un imbecille”. L’altro gli ha sorriso: “Tranquillo, da quello se vuoi si può guarire”. Si sono presentati e hanno cominciato a parlare. Il ragazzo si chiama C., è un ingegnere informatico. L’uomo si chiama S., è un metalmeccanico pendolare. Abitano a neanche dieci chilometri e non si erano mai incontrati. Quel giorno invece si sono visti.

Questa situazione sarebbe potuta finire in tanti modi diversi, invece ho assistito a questo piccolo miracolo che ha avvicinato due esseri umani.

 

                                                                           Matteo Bussola – Repubblica 24 luglio 2018

La CEI contro il 'DDL Zan'

Assurdo l’accanimento dei vescovi contro la legge antiomofobia. Fino a quando questi interventi sconsiderati? Il dialogo c’è già stato ed è stato positivo

Il 20 aprile 1993 moriva don Tonino Bello

Il 20 aprile 1993 moriva don Tonino Bello, a 58 anni. Vescovo di Molfetta e Presidente Nazionale di Pax Christi.
Tra i tanti aspetti che avremmo potuto sottolineare della sua vita… abbiamo pensato al tema dell'accoglienza..
Partendo dalla sua lettera al Fratello marocchino... loncandina... in diretta h. 21 pagina FB di Pax Christi    

Sempre martedì 20,  alle 18,30 il Vescovo di Napoli, Mimmo Battaglia, presiederà l’Eucarestia nella Parrocchia ad Alessano alle h. 18,30. 
La celebrazione si potrà seguire sulla pagina FB della Fondazione don Tonino Bello.
don Renato Sacco - coordinatore Nazionale di pax Christi

Lettera al fratello marocchino

Fratello marocchino. Perdonami se ti chiamo così, anche se col Marocco non hai nulla da spartire. Ma tu sai che qui da noi, verniciandolo di disprezzo, diamo il nome di marocchino a tutti gli infelici come te, che vanno in giro per le strade, coperti di stuoie e di tappeti, lanciando ogni tanto quel grido, non si sa bene se di richiamo o di sofferenza: tapis!...

don Tonino Bello

ALTRIMENTI

ALTRIMENTI

Rubrica Enzo Bianchi

Per La Repubblica   12  aprile 2021

Naufragium feci, bene navigavi”, ho fatto naufragio, ma ho navigato bene. Questo ossimoro dei filosofi greci dell’antichità, giunto fino a noi soprattutto nella formulazione di Erasmo da Rotterdam, non solo presenta la nostra vita come un viaggio, ma mette un sigillo sul naufragio, sulla “crisi” che ha sorpreso il navigatore...

LETTERA A DIOGNETO

Esordio

I. 1. Vedo, ottimo Diogneto, che tu ti accingi ad apprendere la religione dei cristiani e con molta saggezza e cura cerchi di sapere di loro. A quale Dio essi credono e come lo venerano, perché tutti disdegnano il mondo e disprezzano la morte, non considerano quelli che i greci ritengono dèi, non osservano la superstizione degli ebrei, quale amore si portano tra loro, e perché questa nuova stirpe e maniera di vivere siano comparsi al mondo ora e non prima...

 

Testo prelevato dal sito dei Domenicani: I classici del Cristianesimo